Ferro 3 - Kim Ki-duk (2004)


L'apoteosi del cinema muto per ribellione. In Ki-duk è lo sdegno nei confronti della comunicazione convenzionale, la volontà di ritornare al linguaggio primordiale in cui il gesto e lo sguardo sono investiti di un valore quasi imperativo. La parola non viene svilita dal silenzio, ma resa più palpitante, più eufonica nell' attimo in cui viene proferita per urgenza. In "Ferro 3" quelle due parole, rilasciate da Lei dopo una lunghissima inspirazione, non sono un'espressione canonica, sono segni. Nulla hanno in comune con le due-più-tre lettere incise sugli alberi nei parchi, schizzate sui muri di scuola, ripetute tutte le mattine dagli sposi metodici, dette per scherzo dai più scanzonati. Il lessico sentimentale è meccanica abitudine, va defibrillato per emozionare ancora.

"Ferro 3" è la guerra dei muti contro i ciechi. Scriveva Montale con altissimo dolore degli "scorni di chi crede che la realtà sia quella che si vede". Difficile dire se il mondo in cui viviamo sia sogno o realtà, difficile quanto inutile. Persone che inseguono una comune destinazione ( in Ki Duk è predestinazione), come divinità, la realtà la creano da sé.


(maggio 2012)

Commenti

  1. Commento bellissimo e ispirato...Come il film.

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  2. Eh sì, uno dei più belli di Ki Duk....a me piace forse di più L'isola, che ti consiglio nel caso non l'avessi visto. Meno tenue di Ferro3, più crudo, ma anche dolce quando vuole.
    Grazie d'esser passato :)
    Ciao!

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