L'apoteosi del cinema muto per
ribellione. In Ki-duk è lo sdegno nei confronti della comunicazione
convenzionale, la volontà di ritornare al linguaggio primordiale in cui il
gesto e lo sguardo sono investiti di un valore quasi imperativo. La parola non
viene svilita dal silenzio, ma resa più palpitante, più eufonica nell' attimo
in cui viene proferita per urgenza. In "Ferro 3" quelle due parole,
rilasciate da Lei dopo una lunghissima inspirazione, non sono un'espressione
canonica, sono segni. Nulla hanno in comune con le due-più-tre lettere incise
sugli alberi nei parchi, schizzate sui muri di scuola, ripetute tutte le
mattine dagli sposi metodici, dette per scherzo dai più scanzonati. Il lessico
sentimentale è meccanica abitudine, va defibrillato per emozionare ancora.
"Ferro 3" è la guerra
dei muti contro i ciechi. Scriveva Montale con altissimo dolore degli
"scorni di chi crede che la realtà sia quella che si vede". Difficile
dire se il mondo in cui viviamo sia sogno o realtà, difficile quanto inutile.
Persone che inseguono una comune destinazione ( in Ki Duk è predestinazione),
come divinità, la realtà la creano da sé.
(maggio 2012)
Commento bellissimo e ispirato...Come il film.
RispondiEliminaEh sì, uno dei più belli di Ki Duk....a me piace forse di più L'isola, che ti consiglio nel caso non l'avessi visto. Meno tenue di Ferro3, più crudo, ma anche dolce quando vuole.
RispondiEliminaGrazie d'esser passato :)
Ciao!