L'isola - Kim Ki-duk (2000)


C'è un romanticismo estremo che vive del reciproco uccidersi e risuscitarsi dei due protagonisti. Figure ferine e schive, lontanissime dalle stereotipie umane e dallo stesso linguaggio verbale, quasi sempre rifiutato con un mutismo carico di puerile e tenera arroganza. I corpi costantemente assorbiti dalla loro mansione espressiva sono martoriati dai sentimenti. Infine devono contentarsi di un erotismo infantile, pennelli che dipingendo scivolano l'uno sull'altro. E' un raro momento di quiete, raccontato attraverso un'azione banale e per questo mortalmente commovente: la ritinteggiatura della casa. Strugge perché non simboleggia alcun progetto di vita familiare ma solo un goffo tentativo di normalità. L'ultima immagine è un'isola verde origine du monde. L' uomo riabita, forse morendo, gli spazi rassicuranti della nascita.


(settembre 2012)

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