Ex machina - Alex Garland (2015)
I motori di ricerca danno una subdola illusione di indagine
attiva, chiaro invece che siamo noi ad essere costantemente cercati e trovati.
L'idea che un giorno l'immenso patrimonio di informazioni venga usato per
la creazione di intelligenze artificiali che sentano, pensino, agiscano al pari
di noi non è campata per aria. Temibile o auspicabile è che sentano, pensino,
agiscano imitando la nostra direttiva, ma ad un livello altro, frutto di una
lievitazione creativa impropria: sarebbe uno straordinario effetto collaterale.
Come Alice, attraverseremmo lo specchio. "Ex machina" racconta una
simile ipotesi di futuro.
Colonna sonora assillante, eleganza vagamente gelida,
un mostrare mai disgiunto dal senso. Vedi la prima uscita di Ava, come
previsto, in una strada affollata; nella grammatica del film è un'inquadratura
capovolta: persone a testa in giù. Una visione dell'umanità che mi è parsa spietata,
nell'accezione più letterale del termine. Spietata deve essere Ava,
disgiunta com'è dal senso del partecipare, affrancata da ogni corruzione
emotiva: creatura assolutamente libera. Deus ex machina che non scioglie le
sorti dell'umanità, ma ne supera e schernisce le contraddizioni. Le stesse che
ci rendono scorie fragili, prigioniere.. e visionarie.
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