Children - Kyu-maan Lee (2011)


Dettagli immersi in un ansioso torpore: irrompono all’improvviso, scossi nella memoria, per dar bellezza al racconto. Penso ad una delle scene iniziali, quella in cui un bambino si lascia annodare in vita dall’amico il mantello rosso, che nell’immaginazione del piccolo ne decreterebbe la morte, qualora toccasse terra; quasi un presagio, di cui si coglie la preziosità più avanti.  Penso ancora alla storia esposta dal professore agli studenti, quella di una comunità che aveva dato tanto credito ad un pronostico di apocalisse, che quando l’evento non si verificò, piuttosto che ammettere l’errore, si convinse che la forza della loro fede avesse rimandato l’implacabile fine; curiosa profezia del delirio psichico in cui cadrà il personaggio stesso.
Con un macchinario narrativo che ricorda inevitabilmente lo splendido “Memories of Murder”,  di cui rinnova, tra l'altro, la denuncia di un'umanità eticamente miope, “Children” riesce a caricare di tachicardica emozione i nervi dello spettatore. Sono rimasta profondamente colpita, per non dire atterrita, dal volto del macellatore. Due fessure nere che ti si spalancano addosso, senza neanche un compassionevole battito di ciglia.


 Ps: chiunque desideri vedere il film mi contatti.




 (aprile 2016)

Commenti

  1. Come al solito hai suscitato grande curiosità. Tuttavia lo schermo del mio pc è ancora tutto blu. Quando sarò in grado di apprezzare il rosso di quel mantello te lo chiederò. :)

    RispondiElimina
  2. Citi "memories of murder", faccio delle ricerche e salta fuori che è un film Koreano, beh, devo vederlo assolutamente. Puoi inviarmelo? Grazie:)

    RispondiElimina
  3. Certo Rachele! Con piacerissimo :)

    Rocco, fammi sapere ;)

    RispondiElimina

Posta un commento

Post più popolari