Dawson City_Il tempo tra i ghiacci - Bill Morrison (2017)
La salamandra è un animaletto
anfibio piuttosto buffo. Ricoperto di secrezioni liquide velenose e brucianti,
trova agio nell'elemento acquatico. Eppure l'uomo le ha ricamato addosso una
splendida veste mitica, di entità prodigiosa, capace di generare il fuoco e di
abitarlo, rimanendone illesa. Proprio come la salamandra, il cinema ha prodotto
uno sproposito attonito di fantasmagorie. Ci si ricorda allora con stupore che esso è inscindibile
dalla degradabile materia: che è una creatura fragile. Lo è stato nei primi
anni di vita, quando veniva scritto sull'argento esplosivo, lo è oggi, nell'era
marasmatica del digitale. E sempre, in ogni caso, il cinema subisce il richiamo
del vuoto, la memoria lo tiene per un lembo. Resiste in effimere persistenze di
testimonianza e bellezza, briciole eroiche del tutto andato perduto, tra le
fiamme e le nostre amnesie. Continuiamo a sederci al buio per il sapore di
quelle briciole, e per le onde di meraviglia immense, sospese sopra il gramo
orizzonte, gelate nell'attimo prima di frangersi e scomparire.
(aprile 2017)
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