Joker - Todd Phillips (2019)


Repellente, in quella chioma spettinata e sporca, vertice di una figura goffa e anoressica. Eppure eccitante, nell’aderenza nervosa della pelle alle scapole deformi, alle costole sporgenti, negli immensi occhi inverosimili, schiacciati da buie, esagerate sopracciglia. E’ un corpo, il corpo scenico di Joaquin Phoenix, che trova quiete solo nel freddo anestetizzante di un frigorifero. Per il resto, non conosce tregua, e non ci dà tregua.

In uno stillicidio feroce, l’abuso, l’abbandono, l’inganno, la gentilezza negata, scavano via da Arthur carne e vita, e a tratti prorompono in danze convulse e imbarazzanti. Finché la sua mente logora ingrana l’illusione che l’ordine possa essere sovvertito. Criminale schizofrenico e tuttavia integro, apparentemente meticoloso nel colpire solo le “persone orribili”, Joker compie il suo personale massacro e ne raccoglie la gloria. Ma nel frattempo, in un vicolo buio, un bambino sano e privilegiato, cui in precedenza era stato risparmiato uno spettacolo di morte, ora assiste allo sterminio dei sui genitori. In futuro concepirà una maschera non meno grottesca di quella di un clown.


E noi, cosa dovremmo indossare di fronte a un film così? La maschera della risata, o quella del pianto? Tra le due, alle volte, c’è così poca differenza.


(ottobre 2019)

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