Cirrovagazioni (30) - "Just one more thing" sul tenente Colombo


Gli amici mi beffeggiano, con affetto, perché adoro Il tenente Colombo e ne rivedo spesso gli episodi. Siccome li ho memorizzati tutti fin nei dettagli, sono diventati una vera coperta di sicurezza: servono a calmarmi quando ho gli attacchi di ansia, a conciliarmi il sonno, a farmi concentrare se devo studiare o scrivere.

Io stessa afferro il lato comico della faccenda:  si tratta di una serie datata, “vecchia” e per “vecchi”, trasmessa e ritrasmessa, specie quando ero bambina, da rete4, di solito nel tardo pomeriggio delle domeniche invernali, prima del tg di Emilio Fede.

Tuttavia non ho mai associato Il tenente Colombo alla lancinante malinconia domenicale, né mi ha mai imbarazzato il fatto che fosse destinato ai nati fra il ’40 e il ’60. Ho iniziato ad apprezzarlo, piccolissima, con mio padre, che di fronte all’ennesima replica esclamava “quissu l’ha fattu!”, solo apparentemente deluso, in realtà sollevato: posava il telecomando e si godeva il deja-vu, commentando in anticipo le scene (succede ancora adesso, quando capita che lo ripassino in tv).  Io, a osservare babbo così sereno, divertito e coinvolto da qualcosa, mi sentivo al caldo.

Presto mi innamorai del personaggio interpretato da Peter Falk, e compresi: Colombo (Columbo nella versione originale), bassino, guercio, zazzera spettinata al di sopra di un impermeabile sgualcito, è tutto ciò che non sembra e il contrario di tutto ciò che dovrebbe essere. Sembra un piedipiatti svampito, distratto, accomodante e logorroico, invece è un professionista oculato, intuitivo e risoluto, oltre che un sensibile ascoltatore. In quanto poliziotto, americano e cittadino di Los Angeles, dovrebbe saper sparare e guidare, invece disprezza le armi e sfida la sorte a bordo di una carriola francese. 

Ciò che però trovo più affascinante è la sua biografia nebulosa: non si conoscono di lui il nome (in un episodio si scorge appena sul distintivo), l’età, dove abiti, se abbia davvero dei figli e quanti, e soprattutto chi sia sua moglie, mai vista né udita, seppur nominata con esilarante insistenza. Mi piace che, anche in questo caso, la facciata superficiale delle cose venga contraddetta: quello che appare un mediocre piccolo-borghese, con una prevedibile, abitudinaria, piatta vita piccolo-borghese, è di fatti un uomo di cui non si sa praticamente nulla con certezza, se non che adora mangiare chili e ha un cane bassotto che si chiama Cane.

In un’America che vede e riconosce soltanto i vincenti, i bianchi con i denti bianchi, le tasche piene e la retorica a portata di lingua, Colombo è un irrinunciabile diverso, una sorprendente anomalia: lui lo sa, e ne trae vantaggio. Quasi tutti lo sottovalutano, compresi gli assassini, che vengono per questo puntualmente incastrati. Tampinati senza pietà dal tenente, che ha sempre “just one more thing” da chiedere prima di andarsene, si convincono di avere a che fare con uno sciatto, squattrinato e incompetente seccatore. Si sbagliano, e di gran lunga: Colombo ha un’intelligenza superiore e insospettabile che sfida lo sguardo miope della gente comune.

E poi c’è Peter Falk. Cosa posso dire di Peter Falk, se non che gli ho voluto bene e l'ho sempre trovato bello.

A vent’anni l’ho rincontrato, immenso, nei film di John Cassavetes, su cui poi ho deciso di scrivere la mia tesi triennale. Allora ho realizzato che l’assassino nell’episodio “Ètude in Black” era proprio Cassavetes, e la moglie dell’assassino nell’episodio “Playback” era Gena Rowlands (l’attrice più grande di sempre, se lo chiedete a me).

Più tardi, scoprendo Ida Lupino, e dedicando al suo cinema di attrice e regista la mia tesi magistrale, l’ho identificata nella moglie dell’assassino (Johnny Cash) nell’episodio “Swan Song”.

Vedete, è bellissimo quando nella vita tutto torna, anche se solo in piccole, stupefacenti inezie.


ps: Buon Natale

Commenti

  1. Auguri Chiara!!! Post bellissimo, ma che te lo dico a fare. Spero che vada tutto bene. Attendo altri tuoi post su "Paura e Delirio a Twin Peaks". Ancora auguri, per quel che vale e scusa per il disturbo. A presto!!!

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    1. Ma scherzi, non disturbi mai! Anzi, grazie mille, tanti auguri di cuore a te!
      Io tutto bene dai, non oso lamentarmi. Spero vada tutto bene anche a te, nei limiti del possibile.

      Avevo in mente di scrivere un sacco di cose sulla terza di T P, mi ha scatenato un gran chiasso in testa, un chiasso bello eh. Ma alla fine le varie clausure mi hanno un po' rincoglionito e ho perso lo slancio di mettere in ordine le idee...però chissà ;)

      Grazie ancora e ancora auguri, a presto !

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