Cirrovagazioni (28) - Scrivere di cinema con gioia


Nonostante mi sottragga da un po’ al cinema e alla tastiera, mi piace il cinema e mi piace scriverne, pur in maniera non “autorizzata”, personale: quindi, forse, legittimamente esente da responsabilità. Ho potere io, nella visibilità trascurabile di un bloggino seguito da una manciatina di lettori, di plasmare le opinioni della gente, di nutrire o abbattere l’aura autoriale di un regista, di stroncare o promuovere carriere? Evidentemente no. Potrei scrivere di merda, e non arrecare alcun danno alla storia della buona scrittura; potrei spalare merda, su tutto e tutti, e non  deviare di un millimetro il corso della storia del cinema. Potrei farlo e qualche volta l’ho fatto, attraversando l’adolescenza della mia cinefilia, credendo di dovermi dare un tono, di dover sfoggiare nozioni altisonanti per essere autorevole e sarcastici giudizi per essere accattivante. Senonché è intervenuta, puntuale, una sana antipatia verso me stessa; ho scelto allora di pensare e di esprimermi nel modo in cui penso e mi esprimo qui: con gioia. Anche carichi del malumore cocente, della noia esasperante, della frustrazione irrazionale che certi film lasciano, mai ci dovrebbe mancare, nel parlarne, la gioia di soppesare il linguaggio, di cercare la soluzione più accurata, più lieve, al viluppo delle idee. Scrivere di cinema è alle volte solo un’attività calmante e ludica, altre una professione seria e incisiva, ma resta, in ogni caso, un’impresa comoda, torpida, intrinsecamente presuntuosa: alla sgarbo, non ha diritto.

Commenti

  1. Peccato per la lunghezza, altrimenti mi sarei fatto tatuare tutto sulla schiena: meraviglioso tutto il discorso, condivido ogni singola sillaba di quello che hai scritto e vissuto...non commento spesso, ma ti leggo sempre con molto piacere

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    1. Grazie di cuore Pietro, significa tantissimo per me

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    2. significa tanto anche per me trovare qualcuno con cui condividere, seppur in maniera quasi sempre silenziosa, un modo di fare, un approccio al cinema, alla scrittura (e credo alla vita in generale) un pò più umano e sereno, senza bisogno di nascondersi dietro paroloni o concetti complicati; ma fatto di amore per il cinema e amore per la condivisione delle proprie, inutili, opinioni

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    3. Sottoscrivo: non vedo quale sia il senso di qualsiasi cosa se non l'avvicinamento sereno e umano all'altro. Il fatto che la condivisione sia quasi sempre tacita non le toglie un grammo di valore. Certo, ogni tanto, è bene ripeterlo e ripeterselo.
      Un caro saluto Pietro

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